La spesa durante il Coronavirus, la corsa all’approvvigionamento è giustificata?

La spesa durante il Coronavirus, corsa all’approvvigionamento

Carrelli pieni, file lunghissime e scaffali vuoti: com’è cambiata la spesa durante il Coronavirus, quali prodotti alimentari comprano di più gli italiani e, soprattutto, quanto è giustificata questa corsa 

Scaffali vuoti e file interminabili: la spesa durante il Coronavirus è diventata una frenetica corsa all’approvvigionamento, un vero e proprio assalto ai supermercati, un fenomeno che sta interessando tutti i paesi colpiti dal virus COVID-19. Eppure, ad oggi, non ce n’è motivo, perché le aziende agroalimentari continuano a produrre e non è prevista la chiusura dei negozi di generi alimentari, rientrando questi tra le categorie che possono sempre restare aperte. Il Decreto del 9 marzo, inoltre, prevede la possibilità di uscire di casa per recarsi a fare la spesa, considerandola una normale necessità.

La pandemia COVID-19 fa volare le vendite dei prodotti alimentari

Il coronavirus ha dato uno scossone al settore del largo consumo che dopo anni di immobilismo, secondo i dati di Nielsen, la scorsa settimana ha registrato un aumento delle vendite dell’11% rispetto l’analogo periodo del 2019, con percentuali differenziate Nord-Sud Italia. Secondo un’analisi effettuata da Coop, nelle prime due settimane di emergenza, dal 24 febbraio all’8 marzo, si è registrato un aumento generalizzato delle vendite quasi del 13% rispetto alla media del periodo, con punte del 90-100% in alcuni momenti. Secondo la Conad, inoltre, anche gli acquisti giornalieri online sono aumentati notevolmente, da 3mila a 85mila al giorno.

Nel delicato ciclo produzione-trasporto-distribuzione questa corsa alla spesa rischia di essere un cane che si morde la coda. Se è vero che Federdistribuzione rassicura i consumatori sulla costante disponibilità dei prodotti alimentari nelle prossime settimane, la produzione alimentare si riduce per l’applicazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, e si registra un calo del 10-20%.

Come testimonia anche un recente articolo su Il Sole 24 Orela produzione alimentare comincia dunque a dare i primi segnali di rallentamento. Il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, ci tiene a rassicurare i consumatori: «Ad oggi, nonostante il rallentamento dei turni, preoccupazioni per fare arrivare la merce sugli scaffali non ce ne sono. Mi aspetto che questi ritmi di domanda si attenuino, conto sulla presa di consapevolezza da parte dei consumatori ».

Difficile però fare previsioni per il futuro, con uno scenario emergenziale come questo che cambia di giorno in giorno: «La preoccupazione che ho – ammette Vacondio – è che abbiamo bisogno che il virus non colpisca fette rilevanti dei nostri dipendenti. Abbiamo anche bisogno che i trasportatori, che ad oggi si stanno comportando benissimo, continuino a fare la loro parte».

Quindi la reale necessità di fare scorte alimentari dipenderà dalla stessa corsa agli accaparramenti, senza contare che il Governo potrebbe varare in alcune zone uno stop globale di tutti i servizi come fatto dal Governo cinese a Wuhan.

Quali sono i prodotti più acquistati durante l’emergenza Coronavirus?

Sempre secondo i dati analizzati dalla Coop, i prodotti più presenti nella spesa durante il Coronavirus sono quelli disinfettanti, dall’Amuchina, all’alcool, fino alle salviettine, che hanno avuto un vero e proprio boom. Per quanto riguarda, invece, le scorte alimentari i carrelli degli italiani si sono riempiti in particolar modo di farina, con un aumento dell’80%rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con il tanto tempo a disposizione e le pasticcerie e pizzerie chiuse, la maggior parte delle persone oggi ha le “mani in pasta”, tutti intenti a preparare dolci, pizze e pasta fatta in casa!

Gli altri prodotti alimentari più acquistati sono: carne in scatola (+60%), legumi (+55%), pasta (+51%), riso (+39%), tonno (+26%), surgelati (+21%). Segno positivo anche per altri prodotti a lunga conservazione, come conserve di pomodoro e sughi pronti, olio, zucchero, prodotti per la colazione come latte UHT, biscotti, marmellate e fette biscottate, con aumenti tra il 10 e il 40% circa.


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Per quanto riguarda l’eCommerce, dove la spesa online del settore Largo Consumo ha registrato un  +82,3%,
la classifica dei best seller della spesa online su Amazon Prime Now è stata:

1. Acqua
2. Banane
3. Uova
4. Coca-Cola
5. Patate
6. Carote
7. Arance
8. Carta Igienica
9. Latte
10. Zucchine

Calano, invece, le vendite di bevande alcoliche (birra e vino), bevande analcoliche (succhi di frutta e bibite), merendine e pasticceria industriale, probabilmente sempre perché sono tutti ai fornelli.

In questo periodo di emergenza dovuta al Coronavirus, quindi, si registra un aumento record del fatturato dell’industria alimentare (dati Istat). Il settore continua a lavorare e a garantire l’approvvigionamento in tutta la penisola. Ad allarmare, invece, è l’export dei prodotti italiani, a causa delle ingiustificate preoccupazioni all’estero, dove chiedono addirittura certificazioni “Coronavirus free” o virus free.

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