Russia: tanta voglia di prodotti alimentari italiani, nonostante l’embargo

La voglia di cibo italiano nel mondo supera anche un embargo importante come quello imposto dalla Russia nel 2014 che è costato all’Italia 3,6 miliardi di export.

Un articolo di Bloomberg racconta lo start up di Eataly a Mosca e le iniziative messe in campo per superare l’embargo, che ha accresciuto notevolmente il fenomeno Italian Sounding

La voglia di cibo italiano nel mondo supera anche un embargo importante come quello imposto dalla Russia nel 2014 che è costato all’Italia 3,6 miliardi di export. Anche se all’appello mancano ancora prodotti importanti come il Parmigiano Reggiano, Grana Padano e il Prosciutto crudo San Daniele, tra i preferiti dai russi, l’apertura di Eataly a Mosca ha rappresentato un nuovo inizio per la vendita di prodotti italiani, come ha raccontato un articolo di Bloomberg.

L’embargo ha provocato anche un aumento considerevole dei prodotti Italian Sounding. La Russia, infatti, nel 2013 era l’ottavo mercato per l’export italiano di prodotti food&beverage, mentre oggi è soltanto tredicesima superata dalla Polonia, dalla Cina, dalla Turchia, dai Paesi Bassi e dall’Austria.

La richiesta di prodotti italiani continua ad essere molto forte da spingere Eataly a produrre alcuni formaggi e salumi, anche se con latte e carne non italiani, direttamente nel proprio negozio, il secondo più grande dopo quello di Roma, con l’aiuto di produttori italiani che si sono recati più volte in Russia per valutare le materie prime individuate e controllare la qualità della produzione. Un’idea del manager di Eataly Mosca Simone Tosato, per rispondere alla forte richiesta di prodotti alimentari italiani per poter offrire alcuni tra i formaggi più richiesti, come la Mozzarella, il Gorgonzola e l’Asiago.

 

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