27 pratiche commerciali sleali che dal 15 dicembre saranno ufficialmente vietate con il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare (sono 27) che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, menzionate nel decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue 2019/633.
Secondo il Mipaaf “Col provvedimento vengono definitivamente riequilibrati i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo così un maggiore equilibrio tra gli agricoltori, i produttori e le aziende danneggiate dalla corsa al ribasso e da pratiche non sostenibili”.
Il momento in cui arriva lo stop è almeno propiziatorio, dato il momento di pesanti rincari dei costi di produzione di carburanti, fertilizzanti, dei mangimi per nutrire il bestiame, imballaggi e macchine.
La trasparenza: il valore in crescita
Nei mesi scorsi così si era espresso Luigi Scordamaglia di Filiera Italia: “Un passo di trasparenza e competitività sana a tutela dell’intera filiera agroalimentare.
Abbiamo sempre sostenuto la battaglia per l’applicazione di tali norme capaci di contrastare quelle pratiche che negli anni hanno viziato gli equilibri fra gli anelli della filiera da parte di chi ha pensato di approfittarne.
Le nuove misure rappresenteranno un deterrente concreto contro questo genere di operati e contribuiranno a una redistribuzione equa del valore lungo tutta la filiera aumentando il livello di tutela e ostacolando chi in questi anni ha continuato ad operare generando pesanti sperequazioni”.
L’organo di controllo della direttiva pratiche commerciali sleali
L’organo deputato ai controlli è il Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Icqrf) designato, infatti, quale autorità nazionale di contrasto deputata all’attività di accertamento delle violazioni delle disposizioni previste e all’irrogazione delle relative sanzioni amministrative.
Arriva la fine delle aste a doppio ribasso
Il testo di legge italiano integra ai provvedimenti della Direttiva UE per le pratiche commerciali sleali anche quella delle aste a doppio ribasso che la Gdo utilizza per ricevere prodotti deprezzati dal produttore. Aver incluso le aste al ribasso nel novero delle pratiche vietate pone l’Italia tra i due paesi Europei (l’altro è la Francia) in grado di riconoscere questa prassi come uno dei più gravi problemi nella formazione dei prezzi.
“È un risultato storico che aspettavamo da tempo e che dà ragione alla battaglia che portiamo avanti da anni: fermare le aste al doppio ribasso. Si tratta di un chiaro segnale alla Grande distribuzione organizzata – dichiara Fabio Ciconte, direttore dell’associazione Terra! – e restituisce dignità agli attori della filiera alimentare, a partire dagli agricoltori ai lavoratori agricoli”.
Una battaglia vinta in favore di produttori e consumatori, i veri protagonisti della catena distributiva.
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