Il caso Pernigotti, con la chiusura dello stabilimento produttivo di Novi Ligure, suggerisce un’ulteriore valore alla registrazione DOP e IGP delle nostre eccellenze italiane
La paventata chiusura della fabbrica della Pernigotti nelle intenzioni della proprietà, la multinazionale turca Toksöz, che ha deciso di portare in Turchia lo stabilimento di produzione dei famosi gianduiotti senza rinunciare al marchio, ha riacceso le polemiche di come riuscire a tutelare i nostri prodotti e anche i relativi posti di lavoro quando un marchio storico italiano viene venduto ad un’azienda estera. Siamo nuovamente di fronte al problema di come riuscire a proteggere un bene collettivo come una specialità territoriale e la sua reputazione nel mercato globale.
Questa situazione ha reso ancor più evidente che qualsiasi brand del food italiano è in pericolo di delocalizzazione, per fortuna tranne quei prodotti certificati DOP e IGP dove è necessario per il nuovo acquirente garantire il mantenimento della produzione sul territorio se vuole conservare il nome, perché a livello normativo esiste un vincolo indissolubile con la produzione nelle aree indicate nel disciplinare.
Nel territorio di Gragnano, ad esempio, c’è un marchio storico di proprietà di multinazionale spagnola che potrebbe decidere di delocalizzare lo stabilimento di produzione della Pasta di Gragnano IGP, ma non può farlo perché come si legge nel disciplinare all’ Art. 3: “La zona di produzione e confezionamento della Indicazione Geografica Protetta I.G.P. “Pasta di Gragnano”, comprende tutto il territorio del Comune di Gragnano in Provincia di Napoli.”
Il primo a segnalare la tutela di Dop e Igp contro la delocalizzazione è stato il Direttore Generale di Qualivita, Mauro Rosati, che in un suo editoriale ha spiegato che il fatto che un alimento sia incluso tra i prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T.) non è sufficiente a garantire il mantenimento della produzione sul territorio.
Nell’assai discutibile libro “Denominazione di origine inventata”, l’autore, il Prof. Alberto Grandi, criticando “l’assurda pretesa” di codificare la tradizione per decreto, si chiedeva se questa ricerca spasmodica di una certificazione DOC, DOCG, DOP, IGP, IGT e STG aveva o meno una qualche utilità per l’economia di un territorio.
Ebbene, negli ultimi 20 anni (1996-2016) il numero di Indicazioni Geografiche (IG) per prodotti Food&Wine in Italia è più che triplicato: si è passati da 267 certificazioni di qualità a 818. Le produzioni DOP e IGP coprono più del 54% della superficie agricola italiana e danno lavoro a 250 mila persone, sotto la guida di 247 consorzi. L’Italia è il Paese che continua a detenere il primato per numero di riconoscimenti contando ad oggi, 297 tra DOP e IGP e 2 STG nel settore Food e 523 tra DOP e IGP vini, che valgono oltre 15 miliardi di euro pari al 18% del valore complessivo agroalimentare.
Come illustrato con i dati al recente convegno del XV Rapporto Ismea-Qualivita, la DopEconomy sostiene la crescita culturale, turistica e sociale dell’Italia. Evidentemente il Prof. Alberto Grandi era troppo impegnato a sostenere la sua tesi accusatoria per riuscire ad avere una limpida visione futura.
Dop e Ipg sono dei veri e propri marchi di qualità, rilasciati dall’Unione Europea su proposta del Ministero delle politiche agricole e forestali (MIPAAF), a fronte di una istruttoria preliminare molto accurata e poi dell’impegno di tutti i produttori a sottoporsi al costante controllo di un ente terzo di certificazione.
Per chi è interessato ad un approfondimento sulle sigle riportiamo di seguito le definizioni di DOP e IGP prese da wikipedia.
Cosa significa DOP ?
La denominazione di origine protetta, meglio nota con l’acronimo DOP (in inglese PDO Protected Designation of Origin), è un marchio di tutela della denominazione che viene attribuito dall’Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti. Per “denominazione d’origine” si intende il nome di una regione, di un luogo determinato, di un paese o di un’area che serve a designare un prodotto (agricolo o alimentare) originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.
Cosa significa IGP ?
Il termine indicazione geografica protetta, meglio noto con l’acronimo IGP (in inglese PGI Protected Geographical Indication), indica un marchio di origine che viene attribuito dall’Unione Europea a quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipende dall’origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un’area geograficadeterminata.
Per ottenere la IGP quindi, almeno una fase del processo produttivo deve avvenire in una particolare area. Chi produce IGP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo.
Che differenza c’è fra DOP e IGP?
La differenza fra prodotti DOP e prodotti IGP, sta nel fatto che, nel caso dei prodotti DOP, tutto ciò che concerne l’elaborazione e la commercializzazione del prodotto, ha origine nel territorio dichiarato; mentre nel caso dei prodotti IGP, il territorio dichiarato conferisce al prodotto, attraverso alcune fasi o componenti della sua elaborazione, le sue caratteristiche peculiari, ma non tutti i fattori che concorrono all’ottenimento del prodotto provengono dal territorio dichiarato. Ad esempio, la Bresaola della Valtellina è prodotto IGP e non prodotto DOP perchè ottenuta da carni di animali che non sono allevati in Valtellina, pur seguendo i metodi di produzione tradizionali e beneficiando,nel corso della stagionatura, del clima particolarmente favorevole della zona. Stresso esempio si può fare con la Pasta di Gragnano IGP in merito all’origine del grano.
Scopri la classifica dei prodotti DOP più esportati.
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