Realizzata dalla Camera di Commercio di Milano è uno strumento fondamentale nelle politiche di sviluppo ma anche nel contrasto al fenomeno Italian Sounding
Non solo la pasta o i formaggi tra il cibo italiano più richiesto e apprezzato all’estero ma anche cioccolato, tè, caffè, spezie, condimenti (che sono anche il souvenir preferito dai turisti nel Belpaese) e piatti pronti, per un totale di 6,2 miliardi di euro (16,3%). Ben 600 milioni di euro in più del giro d’affari dei vini che sono la categoria più forte in assoluto, con un valore di export arrivato a ben 5,6 miliardi. Poi vengono pane, pasta e farinacei con 3,6 miliardi di euro e uva e agrumi con 3,4.
I dati emergono dalla prima mappa dell’agroalimentare italiano nel mondo (disponibile in italiano e inglese) realizzata dalla Camera di commercio di Milano e Coldiretti con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attività Internazionali. Complessivamente il “Made in Italy” nel mondo vale 38 miliardi di Euro all’anno ed è cresciuto del 3,5% nel 2016.
E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti sono il primo mercato per vini, acque minerali e oli, la Spagna per pesce fresco, le Filippine e la Grecia per alimenti per animali. In forte crescita la Corea del Sud per prodotti da forno e lattiero caseari, l’Austria e l’Arabia Saudita per uva e agrumi, la Cina per gelati e oli, la Romania per cioccolato, caffè, piatti pronti e pesce lavorato, la Libia per frutta e ortaggi, Hong Kong per carni, Etiopia e Kenya per granaglie, la Russia per alimenti per animali, il Belgio per cereali e riso, la Polonia per vini e la Spagna per acque minerali.
Dai dati raccolti ed elaborati dalla Camera di Commercio di Milano emerge che la provincia che esporta di più cibo italiano è quella di Verona con 2,9 miliardi di euro, seguita da Cuneo con 2,5 miliardi e Parma con 1,6 miliardi. Seguono Bolzano, Milano, Salerno, Modena, Treviso, Napoli, Bari e Torino. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita si ha a Venezia (+15%).
“Con un export agroalimentare che ha raggiunto i 38 miliardi di euro totali, parlare di cibo in Italia non è più solo un tema per addetti del settore, ma significa ragionare su quelli che possono essere, per tutti, gli sviluppi economici e occupazionali di un comparto sempre più importante – spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano – Expo 2015 ha dato un contributo significativo al confronto sul mondo dell’alimentazione che bisogna mantenere come punto di riferimento per le iniziative della città. Non è un caso che nel mondo il patrimonio enogastronomico italiano sia tra i più copiati, con un valore che ogni anno raggiunge i 60 miliardi di euro, che vengono sottratti all’economia del nostro Paese”.
Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera concentrano la metà dell’export.
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