L’ultima follia del Nutriscore: patatine fritte più sane dell’olio d’oliva

ultima follia del nutriscore patatine fritte più sane dell'olio di oliva

Il Nutriscore, ovvero l’etichetta a semaforo, torna a far discutere per l’inadeguatezza delle informazioni che divulga. L’ultima? Patatine fritte più sane dell’olio d’oliva!

“L’ultima follia del Nutriscore”, queste le parole che provengono dall’Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, che sembrano chiarire bene la spinosa faccenda dell’etichetta a semaforo. Alcune catene di Fast Food in Francia, infatti, che hanno adottato questo sistema di etichettatura, hanno indicato la salubrità delle patatine fritte rispetto ad un cucchiaio di olio extravergine di oliva, che a sua volta ha valori corrispondenti ad un hamburger farcito.

Parole molto dure quelle di David Granieri, Presidente di Unaprol: “È una situazione inaccettabile, un vero e proprio attacco organizzato ai danni dei prodotti di qualità simbolo del Made in Italy, in barba a qualsiasi evidenza scientifica, oltre che al buon senso. Non possiamo accettare che venga svilito un prodotto, simbolo della Dieta Mediterranea, unanimemente considerato un farmaco naturale per le sue qualità antinfiammatorie e antiossidanti”. Invita così il Governo “a combattere strenuamente questo sistema ideato solo per danneggiare l’Italia e i suoi prodotti più importanti”. Un sistema che indica alimenti ultra processati come gli hamburger vegetali più sani del prosciutto…

valori nutriscore per prosciutto e hamburger

Il Governo italiano non molla la presa

Il Ministro Patuanelli non è disposto a cedere: “Sulla nostra posizione non c’è mediazione, siamo contrari a mettere un colore al cibo che non è sano o insalubre in quanto tale: occorre fare un ragionamento più ampio sulle diete, sull’utilizzo delle proteine animali e dei grassi, ma sempre in modo consapevole ed equilibrato. Non esiste un cibo che di per sé può avere un bollino rosso, arancione o verde. Pensare di dare un valore al cibo con una porzione standard da 100 grammi è assurdo perché non consumo 100 ml di olio d’oliva con la stessa frequenza con cui bevo 100 ml di Coca-Cola”.

 

coca cola zero nutriscore


Sullo stesso argomento leggi anche: Perché lo zucchero potrebbe far saltare il Nutriscore


L’intervento dell’Antitrust

L’Antitrust italiana ha aperto un’istruttoria sul Nutriscore e sulla app Yuca perché “c’è il timore che punteggi e giudizi vengano percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità dei prodotti prescindendo dalle esigenze dei consumatori”.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato cinque istruttorie sull’uso del Nutriscore da parte delle società italiane Gs, Carrefour Italia, Pescanova e Valsoia, delle società francesi Regime Dukan e Diet Lab, della società inglese Weetabix e di una marca tedesca di caramelle. Il timore, evidenzia l’Antitrust, “è che l’etichetta a semaforo, in assenza di adeguate avvertenze, venga erroneamente percepita come una valutazione assoluta sulla salubrità di un determinato prodotto, prescindendo dalle dieta e dallo stile di vita di un individuo, dalla quantità e dalla frequenza di assunzione del prodotto all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato”.

Intanto in Francia…

Nei mesi scorsi, anche in Francia si sono manifestati dubbi sull’efficacia del Nutriscore. Il ministro dell’Agricoltura, Julien Denormandie, aveva infatti dichiarato che era “necessaria una revisione della metodologia su cui si basa il sistema, perché determina classificazioni che non sono necessariamente conformi alle abitudini alimentari”.

Lo stesso presidente del Consorzio del Camtè francese aveva messo in guardia sui rischi per il settore lattiero caseario d’Oltralpe, in quanto i famosi formaggi francesi potrebbero essere altrettanto penalizzati dal sistema dell’etichetta a semaforo.

Secondo i produttori francesi di formaggio (evidenzia la Confagricoltura), il Nutriscore ha un ingiustificato “impatto punitivo”, in quanto si basa su un algoritmo che non tiene conto delle quantità che vengono generalmente consumate.

Calca la mano Giansanti: “la nostra battaglia contro il Nutriscore trova nuovi spunti e motivazioni per centrare l’obiettivo di assicurare ai consumatori un’informazione razionale e basata su rigorose valutazioni scientifiche. E, allo stesso tempo, tutelare la Dieta Mediterranea”.

Nel frattempo che raccogliamo altri consensi in Europa, ci toccherà aspettare che la Francia cominci il semestre di presidenza dell’Unione Europea che avrà inizio il prossimo 1 gennaio 2022, dato che la questione del Nutriscore sarà uno dei punti qualificanti del programma del governo francese.

Gli schieramenti

Al momento, dalla parte dell’Italia si sarebbero già schierate Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria.

L’Autorità ha avviato anche un’istruttoria nei confronti del titolare dell’app francese Yuka, scaricabile dagli App Store di Google e Apple, che si propone di dare una valutazione salutistica dei prodotti alimentari basata in larga misura sul sistema Nutriscore e che fornisce proposte alternative per i prodotti giudicati mediocri o scarsi.

In particolare, nel caso dell’app Yuka, secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato non è chiaro il criterio in base al quale sono ordinate e proposte le alternative al consumatore.

Si tratta di un sistema, messo in pratica dalla Gran Bretagnadalla Francia e dalla Germaniache penalizza i nostri migliori prodotti come grana padano, olio d’oliva e prosciutto crudo.

Il Nutriscore (sistema di etichettatura a semaforoin copertina rende bene l’idea : secondo questo sistema l’olio di oliva otterrebbe un voto insufficiente (D) mentre la Coca- Cola verrebbe “promossa” (B).

Il sistema è “sponsorizzato” dalle multinazionali del cibo come Coca-Cola, Mondelez (ex Kraft), Pepsico,Unilever, Mars e Nestlè.

 


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