Caro energia, crisi delle materie prime e guerra in corso: le dinamiche all’origine della crisi del vetro. Trema il settore vitivinicolo e delle confetture alimentari, ma c’è anche speculazione?
L’allarme rincari per il boom dei prezzi dell’energia e delle materie prime si abbatte a valanga sul settore dei vini. Si rischia di rimanere senza bottiglie o di far pagare ai consumatori i prezzo della crisi del vetro. C’era da aspettarselo, dato che già nell’ultimo trimestre del 2021 pesava sul settore la problematica del caro energia. I listini nell’ultimo semestre sono stati ritoccati più volte, in base all’aumento dei costi energetici: “In un anno per noi il prezzo del gas è aumentato sei volte, passando da 20 euro a Megawatt a 120, mentre quello dell’energia è triplicato, salendo da 60 euro a 240″ ha sottolineato Massimo Noviello, il presidente e Ad di O-I, una delle maggiori aziende italiane per la produzione di bottiglie e vetri per le confetture alimentari. Al prezzo del vetro si aggiungono poi i rincari per gli altri materiali indispensabili
Il resoconto degli aumenti
Rispetto all’anno scorso, una bottiglia di vetro registra un aumento di costo del 30% in più, i tappi di sughero del 20%, e del 40 % i tappi di altri materiali, come la plastica. Senza contare i rincari di cartoni per imballaggio e delle etichette, rispettivamente il 45% e il 35%. Persino le gabbiette per i tappi di sughero sono aumentate del 20%. Dunque un quadro difficile sia per l’industria del vetro che per l’industria della carta, delle ceramiche, e dell’alluminio. Tutte industrie energivore.
Alessandro Botter, titolare dell’etichetta omonima (che produce 170 milioni di bottiglie di vino, 30 milioni solo di Prosecco) è estremamente chiaro: “Il boom dei costi sta iniziando a pesare troppo, non possiamo continuare così. Abbiamo deciso, insieme alcuni dei principali industriali del Prosecco, di aumentare ad aprile e maggio i listini a tutti i nostri clienti. È la prima volta che accade: un ritocco dei prezzi a metà anno non è mai successo prima. E non ne possiamo fare a meno perché in queste condizioni rischiamo il default. Le vetrerie ci hanno applicato un rincaro dei prezzi delle bottiglie del 15% dall’1 aprile dopo un aumento di un altro 15% a gennaio. Quindi siamo a un più 30% in quattro mesi solo per i vetro”. Per il Prosecco la situazione è aggravata anche dal fatto che non è possibile alleggerire lo spessore del vetro che ha lo scopo di mantenere la pressione delle bollicine.
Inflazione o speculazione?
Dall’inizio della guerra, gli aumenti registrati hanno interessato tutte le materie prime legate al food: l’olio di semi di girasole ha toccato un rialzo del 19%. Il prezzo delle farine di grano tenero è passato da una quotazione di 313 euro a 417 euro per tonnellata (+33%), mentre le farine di grano duro si mantengono più contenuto da 515 euro a 525 euro per tonnellata. Il mais rincara del 41%, dal 287 euro a 405 per tonnellata.
Ma dietro ai prezzi delle “commodities agricole”, c’è inflazione o speculazione? In parte l’aumento dei prezzi è inevitabile durante eventi catastrofici in un mercato globalizzato. Tuttavia si tratta di merci sostituibili da altri mercati: Francia e Germania per il grano tenero, Stati Uniti e Canada per altre colture e fertilizzanti dall’Argentina. Allora, se c’è possibilità di sostituire i paesi da cui importare, perché il panettiere italiano deve pagare un prezzo alto per un grano che si può reperire?
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La risposta dell’industria del vetro
Nei primi 9 mesi del 2021, la produzione di bottiglie, il packaging DOC per i prodotti di eccellenza del “Made in Italy”, ha registrato una crescita del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Massimo Noviello ha tuttavia ammesso che “il problema dei listini aumentati per le bottiglie è reale, anche se non mi riconosco nei numeri indicati nei giorni scorsi da Uiv, Unione italiana vini, e da alcuni produttori di Prosecco. La nostra preoccupazione è garantire ai produttori delle eccellenze agroalimentari italiane bottiglie e contenitori, ma la scarsità dell’offerta si registra in tutta Europa. La domanda è rimasta tonica anche durante la pandemia e il vetro in Italia ha difficoltà a seguire il boom del vino e specialità alimentari made in Italy. Per questo chi non ha fatto scorte di contenitori può avere temporanee difficoltà nella linea di imbottigliamento, ma l’industria del vetro investirà a breve nell’apertura di nuovi forni – ha annunciato Noviello – per accompagnare la crescita del wine&food italiani” e ancora: “E’ la prima volta che ci troviamo davanti una tempesta di queste dimensioni e il punto di equilibrio non può non passare sul cliente finale.
La dimensione della rivoluzione
L’aumento del prezzo del Prosecco è indice di una crisi in atto. Il suo successo è dato in gran parte dal rapporto qualità/prezzo, rapporto che non può più esser mantenuto. Un prodotto che ha toccato un record storico nel 2021, con circa 750 milioni di bottiglie vendute, +22,5% sull’anno prima, 137 milioni di bottiglie in più. Un valore stimato a 2,4 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi all’estero e 0,5 miliardi di euro in Italia, con un valore sostanzialmente allineato per bottiglia di 4,8-4,9 euro.
Il fatto che siano costretti ad aumentare sensibilmente i prezzi segna l’inizio di una crisi che difficilmente potrà rientrare se non si raggiunge un accordo con i distributori per ridurre il più possibile il peso sul consumatore finale e allo stesso tempo sulle imprese del settore vitivinicolo.
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