Deoleo, la multinazionale spagnola oggi proprietaria dei due noti marchi italiani Bertolli e Carapelli, ha accettato di patteggiare il pagamento di 7 milioni di dollari per evitare l’iter giudiziario a seguito di una class action che li accusa di ingannare i consumatori statunitensi
Nel maggio del 2014 sette querelanti avevano sporto denuncia contro Deoleo presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti a San Francisco, affermando che gli imputati avevano consapevolmente indotto i consumatori a credere che l’olio fosse prodotto in Italia con olive italiane, al fine di imporre loro un prezzo premium. Sulle bottiglie di olio extravergine di oliva Carapelli e Bertolli spiccava, infatti, sulla parte anteriore della bottiglia e in bella vista, la scritta “ Imported from Italy ”.
La questione è controversa perchè negli Stati Uniti l’etichettatura per paese d’origine (COOL), prescritta dalla legge Tariff Act del 1930 nata per imporre i dazi sui prodotti importati, ai sensi dell’articolo 304, stabilisce che sulle etichette deve essere chiaramente contrassegnato il paese di origine del prodotto, anche se più di uno.
Oltre ad alcune false accuse, i reclamanti sostenevano che l’olio è venduto come importato dall’Italia, facendo pensare che le olive sono state prodotte e pressate in Italia quando invece l’etichetta sul retro segnala chiaramente che si tratta di olive provenienti da vari paesi. L’utilizzo dell’indicazione in etichetta ” Imported from Italy ” trae in inganno gli acquirenti (motivo sufficiente per ammettere la class action come pubblicità ingannevole).
La Deleo, consapevole di quanto era già successo analogamente alla Salov con il suo olio Filippo Berio, ha accettato di patteggiare, con il pagamento di 7 milioni di dollari, e ha riformulato le etichette in modo più trasparente.
Al di là della questione giudiziaria, la faccenda è degna di nota perchè proprio negli Stati Uniti dove non c’è differenza per la legge tra olio di oliva e olio extravergine di oliva e dove 2 prodotti italiani su 3 sono falsi, una crescente quota di consumatori americani ben informati non ci sta proprio ad essere presa in giro e pretende chiarezza e trasparenza. Questo fenomeno ci stupisce considerando che la maggior parte dei consumatori stranieri non è abituato a leggere le etichette, anche se ama il cibo italiano, ed ha difficoltà a distinguere un Parmesan da un vero Parmigiano Reggiano. La loro scelta è resa difficile soprattutto perchè i pochi prodotti originali italiani sono mischiati ai tanti prodotti Italian Sounding che mostrano bandiere tricolore, colori e nomi fantasiosi che rimandano al Belpaese. Tuttavia, se il 70% dei prodotti italiani acquistati sono fake significa che il 30% di quelli originali vengono comprati da un target ad alto valore aggiunto, che non è disposto a mangiare pessime imitazioni di prodotti italiani, che ha voglia di Made in Italy autentico ed è attenta a ciò che acquista ed è disposto a spendere di più a patto di non essere ingannato.
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Come avevamo raccontato in questo articolo sta emergendo anche in USA un consumatore informato sempre più consapevole e attento a ciò che mangia. Questo fenomeno ci conforta: siamo convinti di essere sulla buona strada e, quindi, continuiamo la nostra lotta contro il fenomeno delle imitazioni e della contraffazione alimentare con maggiore determinazione! Noi di Authentico siamo pienamente convinti che la comunicazione diretta e l’informazione trasparente ai consumatori siano le migliori armi per la tutela e la valorizzazione del Made in Italy. Ecco perchè abbiamo ideato una soluzione innovativa in grado di superare i vincoli e gli spazi dell’etichetta, fornendo al consumatore dati completi e intellegibili da tutti per garantire una scelta di acquisto libera e consapevole. Il consumatore moderno è sempre più attore attivo e il suo potere supera anche quello delle leggi, perchè in grado di modificare direttamente il mercato.
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