Le persone vogliono mangiare bene ma si perdono tra i mille bollini che identificano un prodotto autentico certificato
Gli italiani cercano e consumano sempre di più prodotti DOP e IGP, così come per il vino hanno imparato a distinguere tra una DOC,una DOCG e un IGT. All’estero non è così. Per oltre il 60% degli italian food lovers l’importante è che ci sia un riferimento al nostro Paese, cioè il prodotto sia italian “sounding”. La sfida per il comparto agroalimentare e vitivinicolo DOP e IGP nei prossimi anni sarà sulla comunicazione.
Come emerge dal nuovo Rapporto Qualivita, presentato martedì 23 gennaio a Roma, infatti, solo il 42% degli organismi dei produttori Food e wine ha un profilo sui social network, anche se il dato è in crescita rispetto al 2016 (+11%). Quota che sale al 65% se si considerano solo i Consorzi riconosciuti dal Ministero delle Politiche agricole (MIPAAF).
Il dato è ancora troppo basso per un mercato sempre più centrato sulla comunicazione e sul marketing, le cui dinamiche si giocano prevalentemente sulla capacità di fare engagement prima e poi dialogare con i consumatori attraverso le piattaforme digitali. Per questo Authentico, l’app gratuita per la tutela e la promozione dei prodotti agroalimentari italiani all’estero, è la migliore soluzione per le imprese del settore che vogliono affermarsi sul mercato internazionale e ovviamente lo strumento più adatto a interagire con i consumatori finali sui singoli prodotti.
Guardano i dati del Rapporto Qualivita 2018 se da un lato emerge la leadership delle produzioni certificate DOP, IGP, STG, con 818 prodotti dei comparti Food e Wine, che rappresenta 11% industria alimentare e il 22% dell’export agroalimentare italiano, dall’altro è chiaro che il punto debole del sistema è proprio la comunicazione, che – tranne per le attività istituzionali di Ministero e ICE e quelle di alcuni Consorzi – non è sufficiente a sostenere la crescita dei mercati esteri. Le strategie sono ancora troppo legate al passato puntando su strumenti più tradizionali come le fiere (87% italiane e 35% estere) e la stampa (66%). Il web è solo terzo con il 56% degli investimenti in comunicazione e peraltro con approcci ancora molto “istituzionali”, cioè più di vetrina che altro. Poi ci sono le sponsorizzazioni a cui le aziende destinano il 37% del budget.
“La crescita – ha precisato Rosati – non è solo economica, ma anche sociale, con imprese e operatori dei territori capaci di fare rete ed innovarsi, e soprattutto culturale: il cibo e il vino italiani sono elementi costitutivi del patrimonio nazionale, e le DOP IGP sono un modello fatto di comunità locali, mestieri, capitale umano, reti sociali, tecnologie e certificazioni, un orizzonte culturale a cui da tempo il mondo aspira sempre di più. Un tema particolarmente significativo all’avvio del 2018 “Anno del cibo italiano”, che Qualivita ha voluto promuovere anche con un progetto in collaborazione con Treccani per diffondere la cultura rurale ed in particolare quella delle eccellenze agroalimentari e vitivinicole DOP IGP”
Dallo scorso anno il Rapporto della Fondazione Qualivita e di Ismea analizza anche l’utilizzo dei social network da parte degli organismi produttori. Nel 2017 solo il 42% dei Consorzi di tutela ha almeno un profilo social, per un’utenza complessiva di oltre 2 milioni di fan su Facebook (il social più utilizzato), 4,5 milioni di visualizzazioni sui canali YouTube e oltre 200mila follower su Twitter e Instagram.
C’è stata una crescita dell’11%, secondo i nuovi dati, ma il front-end digitale è molto sottodimensionato rispetto alla platea dei consumatori attuali e a quelli potenziali dei prodotti italiani, rispetto al valore dell’export del sistema DOP e IGP (che ha raggiunto gli 8,4 miliardi a cui si aggiungono i 5 miliardi di export del vino) ma soprattutto al giro d’affari dell’ Italian Sounding che per le produzioni a denominazione, secondo le stime dell’Osservatorio Italian Sounding di Authentico, è di circa 21 miliardi.
“Negli ultimi dieci anni l’export è aumentato del 140%, quasi il doppio se guardiamo al solo segmento del food. La domanda mondiale di eccellenze agroalimentari Made in Italy è prevista in crescita e sono sempre più numerose le categorie di consumatori che si riconoscono all’interno di un modello alimentare di qualità e non necessariamente massificato e di basso livello. – sostiene il Direttore Generale di Ismea Raffaele Borriello – In uno scenario internazionale in continua evoluzione, però, è necessario rafforzare le politiche di valorizzazione delle nostre eccellenze alimentari, per potenziare le loro capacità di penetrazione sui mercati esteri, e di difesa dei prodotti italiani contro la concorrenza sleale delle imitazioni e delle contraffazioni“.
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