Nell’anno dedicato al cibo italiano, anche alla 19esima edizione del Cibus, l’Italia dell’agroalimentare fa sistema contro l’Italian Sounding e combatte per la tutela del Made in Italy
In un momento magico del Made in Italy, con l’export agroalimentare cresciuto del 76% negli ultimi 10 anni ed una domanda crescente di prodotti del Belpaese, aumenta, purtroppo, anche il fenomeno delle imitazione e delle contraffazioni. È stato Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare, nel corso dell’inaugurazione della fiera, a sottolineare di essere soddisfatto delle azioni di contrasto a questo fenomeno, che oggi continua comunque a costare al nostro paese circa 90 miliardi di euro, pari al triplo del valore dell’export alimentare nazionale. Un giro di affari che negli ultimi anni è cresciuto notevolmente, soprattutto negli Stati Uniti, che da soli rappresentano 23 miliardi. “La domanda di food and beverage italiano in tutte le aree del mondo – afferma Scordamaglia – è infatti tale che laddove i nostri prodotti autentici fanno fatica ad arrivare vengono sostituiti da quelli fake. Diversi gli strumenti da utilizzare per contenere il fenomeno: ricorso a strumenti legali per bloccarne la vendita negli ordinamenti che li prevedono”.
100 miliardi, invece, per Coldiretti, il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. “A far esplodere il falso – sottolinea la Coldiretti – è stata paradossalmente la “fame” di Italia all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost ma anche le guerre commerciali scaturite dalle tensioni politiche come l’embargo russo con un vero boom nella produzione locale del cibo Made in Italy taroccato, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin”. A preoccupare Coldiretti sono, in particolare, gli accordi commerciali, come il Ceta e quello con il Giappone, che tutelano solo una parte dei prodotti tipici e danno il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina al Prosciutto di Parma.
Secondo i dati ISTAT l’export agroalimentare italiano ha concluso il 2017 con il record di 41 miliardi di euro (+5,6% rispetto al 2016). In particolare aumentano le esportazioni verso la Russia (+24%), Cina (+14,8%) e Francia (+8%). E i primi segnali per il 2018 sono ancora più incoraggianti: nei primi due mesi di quest’anno, per l’industria alimentare si registra un incremento dell’8,7%, rispetto al periodo gennaio-febbraio del 2017, con un aumento delle esportazioni in particolare verso Francia (+12%) e Stati Uniti (+6,1%). E nel 2020 si punta a raggiungere il traguardo dei 50 miliardi!
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Il potenziale di sviluppo del settore è enorme, un settore fatto di prodotti alimentari d’eccellenza, tanto amati e richiesti in tutto il mondo. Ma per riuscire a promuovere all’estero il Made in Italy, come afferma Federalimentare, non basta essere i migliori produttori di alimenti e bevande del mondo, quelli che possono vantare il know-how e la capacità d’innovare più avanzati e al tempo stesso la più ricca tradizione enogastronomica.
Per realizzare questo obiettivo bisogna:
– portare le nostre eccellenze in mercati sempre più lontani ed educare milioni di nuovi consumatori al gusto del vero mangiare italiano;
– superare i limiti strutturali dell’Italia e del tessuto produttivo agroalimentare nazionale;
– contrastare le pericolose derive sulle politiche daziarie che agitano lo scenario del commercio internazionale;
– combattere la piaga illecita della contraffazione, ma soprattutto, per quanto concerne l’alimentare, dell’Italian Sounding.
Anche Authentico, al Cibus Innovation Corner, dedicato alle startup innovative del mondo agroalimentare, ha presentato la sua soluzione al problema dell’Italian Sounding. Con l’innovativa app è possibile sapere immediatamente, con la scansione del codice a barre presente sulla confezione, se un prodotto è veramente Made in Italy o è un falso e, nel caso di imitazioni, chiede se si vuole fare una segnalazione. Ancora è possibile trovare all’estero il ristorante o la pizzeria dove poter gustare un piatto cucinato seguendo la vera tradizione italiana e solo con prodotti nostrani.
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