Violacea, lucida e liscia, l’Oliva di Gaeta è un prodotto molto amato che si presta a tante e diverse preparazioni. Ma sei davvero sicuro di sapere tutto? Ti sveliamo 5 curiosità per conoscerla meglio
Oliva Itrana, Grossa, Trana, Gaetana ed Esperia sono gli altri nomi con cui è conosciuta. L’Oliva di Gaeta DOP è un’oliva nera-violacea da mensa, frutto della varietà Itrana. Questa cultivar, giunta alla massima maturazione, privata del suo sapore fortemente amarognolo grazie all’azione dell’acqua prima e della salamoia poi, dà origine alla preparazione dell’oliva da tavola famosa sin dai tempi dell’antica Grecia.
È da sempre molto ricercata, sin da quando, come narra Virgilio, Enea insieme ai suoi marinai scorgendo nel mare questi piccoli frutti scuri decise di assaggiarli e intuì che, grazie all’azione del sale marino, l’oliva era stata privata del suo sapore amarognolo.
L’oliva di Gaeta ha ottenuto il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta) nel 2016, mentre il Consorzio, per la tutela e la difesa, è nato nel 2010.
Ecco 5 curiosità sull’Oliva di Gaeta DOP che forse conosci o forse no
Qual è l’origine?
La prima documentazione attestata riguardante la presenza di oliveti nel territorio di Gaeta è riconducibile al testamento di Docibile II, duca di Gaeta dal 933 fino alla sua morte avvenuta nel 954. La denominazione dell’Oliva di Gaeta è ricondotta naturalmente al territorio in cui ha origine, quando nel 1400, grazie alle abilità sviluppate sia nel settore dell’agricoltura che in quello del commercio e della navigazione degli abitanti dell’allora Ducato di Gaeta, questo prodotto ha avuto la sua più alta diffusione. Risale al 1498, invece, una richiesta da parte del Duca D’Este Ercole I all’Ambasciatore a Roma, Manfredi, di procurargli le famose Olive di Gaeta. Nel 1586 fu, poi, regolamentata la raccolta, la vendita, la conservazione e l’esportazione delle Olive di Gaeta da una deliberazione del Consiglio di Gaeta per combattere i furti di questi pregiati frutti.
Qual è il territorio di produzione dell’Oliva di Gaeta DOP?
A guardare il territorio odierno non si direbbe che fino alla prima metà del 1800 Gaeta era ricoperta da uliveti. Purtroppo dopo novanta giorni di spietato bombardamento, dal 13 novembre 1860 al 13 febbraio 1861, i soldati piemontesi abbatterono centomila olivi per scaldarsi dal freddo. L’Oliva di Gaeta è un tipico cultivar nativo del sud del Lazio e del suo particolare microclima, oggi coltivata sulle colline di Itri, comune dei monti Lepini che scende verso il golfo di Gaeta. Qui la coltura dell’olivo trae beneficio dal terreno formato da sabbie calcaree e dalla vicinanza del Mar Tirreno. Il clima è ventilato, mite e mai eccessivamente umido. Inoltre la zona offre una quantità di acqua continua, così da impedire ristagni. La grande qualità delle produzioni olivicole e il forte legame col territorio di origine ha, così, generato il successo di una eccellenza agroalimentare italiana. Il territorio di produzione coinvolge 44 Comuni tra le tre province laziali di Roma, Latina e Frosinone, compresi i comuni campani Cellole e Sessa Aurunca, in provincia di Caserta.
Come si fa?
Il metodo di produzione dell’Oliva di Gaeta DOP consta di diverse fasi strettamente legate alle tradizioni territoriali. Affinché riceva la Denominazione di Origine Protetta, essa deve provenire unicamente dalle piante della cultivar “Itrana” che non hanno subito alcuna modifica genetica. Questa pianta è molto vigorosa e matura più tardi rispetto alle comuni piante di ulivo. La raccolta delle olive, infatti, è fatta a febbraio e deve essere effettuata a mano o mediante l’utilizzo di macchinari che non danneggino le olive o le piante. Entro 24 ore dalla raccolta le olive vengono poste in specifici contenitori ad uso alimentare riempiti d’acqua e iniziano la fermentazione attraverso la formazione di una vasta flora microbica spontanea. Una volta raggiunto un pH inferiore a 4,5 si aggiunge il sale marino che ha azione stabilizzante. Il prodotto viene monitorato continuamente e viene aggiunta periodicamente acqua contenente sale affinché le olive non siano mai esposte all’aria. Dopo 5 mesi dalla salatura il prodotto viene filtrato e può essere confezionato.
Come si riconosce l’Oliva di Gaeta DOP?
L’Oliva di Gaeta ha forma affusolata di colore violaceo o rosa intenso. Il “sistema all’Itrana” della posa in acqua e in salamoia fa sì che il frutto si ammorbidisca e che la polpa si distacchi in maniera netta e completa dal nocciolo. Il sapore è lievemente amaro e vinoso. Sulle etichette c’è il simbolo europeo identificativo delle produzioni di Origine Protetta e le informazioni corrispondenti ai requisiti di legge, oltre al logo del prodotto, costituito dalla sagoma caratteristica dell’oliva Itrana con picciolo. All’interno del disegno dell’oliva sono rappresentate due foglie su ramo di olivo e la scritta “OLIVA DI GAETA-DOP”. Sono indicati anche il nome, la ragione sociale e l’indirizzo dell’azienda produttrice e sono commercializzate in contenitori di vetro trasparente o contenitori ad uso alimentare.
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Quali sono le caratteristiche nutrizionali?
Le olive hanno un valore energetico molto alto, grazie alla loro elevata concentrazione di acidi grassi monoinsaturi (i cosiddetti grassi buoni) che aiuta l’organismo a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e ad abbassare il livello di glicemia. Favorendo la diuresi, inoltre, rappresentano un ottimo alleato anche per abbassare i livelli di pressione arteriosa. Sono ricche di antiossidanti che proteggono le cellule del corpo dai danni causati dai radicali liberi e, dunque, dall’invecchiamento. Le olive sono, inoltre, una buona fonte di ferro vegetale e di altri sali minerali e vitamine (soprattutto E). Infine, hanno un effetto benefico sulla digestione.
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