Nel panorama globale dei prodotti presenti a scaffale, molti sono quelli che hanno delle diciture ingannevoli, che incoraggiano il consumatore all’acquisto nella convinzione di comprare un prodotto più sano. Oggi parliamo dei prodotti “senza zucchero”, lo sono davvero?
È facile sentirsi rassicurati dalla scritta “senza zucchero”, “senza zuccheri aggiunti” “sugar free” “solo zuccheri naturali” e così dicendo. Ma è la verità? Siamo spiacenti di informarmi che l’insidia c’è ed è anche legale. Molto spesso, lo scopo delle etichette, ovvero quello di informare i consumatori, viene meno nella sua stessa natura. Diventa, infatti, un mezzo nelle mani dei produttori e del marketing: aggettivi usati in modo improprio, giochi di parole, uso di immagini fuorvianti o omissioni nelle descrizioni producono etichette ingannevoli a danno dei consumatori, che orienteranno le proprie scelte di acquisto sulla base di informazioni fasulle.
Cosa vuol dire senza zuccheri o senza zuccheri aggiunti?
Senza zucchero sì, ma solo se intendiamo il saccarosio, il comune zucchero da cucina. Infatti, “senza zucchero” non vuol dire che il prodotto ne sarà privo, ma che la quantità di quest’ultimo non supera lo 0,5 g per 100 g. Se il saccarosio è presente in misura ridotta, molto probabilmente nella lista degli ingredienti troveremo qualche sostituto: mix di polioli, dolcificanti sintetici, stevia, orbitolo (o sciroppo di sorbitolo, estratto dal sorbo, un frutto), isomalto, miele, fruttosio, saccarina o aspartame. Insomma, ingredienti che di fatto sono zuccheri, dato che apportano effetti metabolici molto simili se non addirittura gli stessi. Infatti, si tratta sempre di zuccheri che, in un modo o in un altro, influiscono sull’indice glicemico quando sono assunti. In parole povere, sono sostanze lipogeniche, che favoriscono un accumulo di grasso corporeo con il tempo se assunte in grande quantità. Ed inoltre, nell’organismo, come avviene per il saccarosio sono lentamente scissi in glucosio e fruttosio.
Diversa invece la dicitura “senza zuccheri aggiunti” che può essere utilizzata solo se il prodotto non contiene zucchero aggiunto né nessun tipo di dolcificante. Anche qui però è possibile trovarne fonti nascoste, in quanto sono concesse le sostanze edulcoranti o spesso sono presenti grandi quantità di succhi concentrati, puree e paste di frutta, molto zuccherine, che non hanno ragione di essere incluse nella lista degli ingredienti. Fatta la legge, trovato l’inganno.
Lo zucchero fa male?
Non serve demonizzare lo zucchero, che fa parte della famiglia dei carboidrati e, quindi, delle principali fonti di energia del corpo. A tale riguardo, in assenza di patologie che ne escludono totalmente l’assunzione, L’OMS raccomanda di consumare una quantità di zucchero minore del 10% dell’introito calorico totale e preferibilmente entro il 5% (che corrisponde a circa 25 grammi per un soggetto adulto normopeso). Se l’alimentazione è impostata in maniera corretta, ovvero con il giusto apporto di zuccheri e carboidrati non ci sono problemi per la salute, dato che il glucosio viene consumato dal nostro organismo per produrre energia. Diversamente, privilegiarli, porterebbe ad una disfunzione delle cellule responsabili della produzione di insulina, un aumento della glicemia a digiuno e un rischio più alto di insorgenza di malattie come il diabete.
Meglio i dolcificanti naturali o artificiali?
I dolcificanti naturali contengono più calorie rispetto a quelli sintetici, e sono anche più salutari. Il fruttosio, ad esempio, è presente naturalmente nella frutta, nella verdura e nel miele. Lo si utilizza come ingrediente in molte preparazioni alimentari. Tuttavia, dopo essere stato considerato per anni una valida alternativa, soprattutto per i diabetici, si è un po’ polemizzato sulla presunta pericolosità. Nel caso di un’eccessiva assunzione, il fruttosio si trasforma, infatti, in trigliceridi, che possono portare a rischi di malattie cardiovascolari, obesità, ed ictus.
Opposto il discorso per i dolcificanti sintetici. Essi hanno meno calorie e ne bastano quantità inferiori per dolcificare i cibi. Per anni sono stati elogiati perché sono assorbiti più lentamente dello zucchero, e, non innalzando i livelli glicemici nel sangue, non attivano la risposta insulinica. Tuttavia, gli effetti indesiderati possono essere diversi, come mal di testa, gonfiore addominale e dissenteria. Per non parlare del fatto che molti studi hanno ipotizzato il legame tra dolcificanti e sviluppo di cancro. Ecco perché vengono utilizzati dove c’è maggiore certezza che il quantitativo sia minimo, come per i chewing-gum. Sarebbe impensabile utilizzarli ad esempio, come sostituti dello zucchero in preparazioni che ne richiedono un gran quantitativo, perché potrebbero avere effetti molto dannosi.
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Il consiglio?
Authentico vuole aiutarvi nella scelta consapevole dei prodotti che acquisterete e consumerete. Il primo consiglio è quello di informarsi e leggere attentamente, non solo quanto scritto in bella vista sulle confezioni, ma soprattutto l’elenco degli ingredienti, per evitare di incorrere in inganni. Se un prodotto si presenta senza zuccheri o senza zuccheri aggiunti, ma nella lista degli ingredienti sono presenti sostanze come sciroppo di mais, estratto di succo d’uva o quelle citate in precedenza, siate consapevoli che in quel prodotto gli zuccheri sono presenti, e eccome!
Ricordatevi che gli zuccheri sono già presenti naturalmente nella maggior parte degli alimenti che consumiamo ogni giorno, non è necessario introdurre più zuccheri (o dolcificanti) del dovuto, soprattutto nelle fasi dell’infanzia e dell’adolescenza, abituiamo i bambini e i ragazzi ai sapori semplici e genuini ed anche più amari, evitando di trasmettergli abitudini che alla lunga non si rivelano sane (come quella ad esempio per le bibite con zero zuccheri).
Vi consigliamo, inoltre, di mantenere le sane abitudini della nostra dieta mediterranea, che è bene ricordare, è il regime alimentare più equilibrato e più sano al mondo.
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