Un cioccolato particolare, dal caratteristico aspetto “ruvido” e opaco, lavorato a freddo e conosciuto in tutto il mondo: ma sei sicuro di sapere davvero tutto sul Cioccolato di Modica? Ti sveliamo 5 curiosità per conoscerlo ancora meglio
Nell’angolo più a sud di Sicilia, nella splendida e barocca Modica, in provincia di Ragusa, si tramanda di generazione in generazione il rituale di preparazione della “ciucculatta muricana”.
Il Cioccolato di Modica, con la sua consistenza granulosa e il suo sapore particolare si differenzia molto dal classico cioccolato, per la presenza di granuli di zucchero e le spezie con cui viene arricchito. La cioccolata modicana contiene meno grassi: ovvero solo quelli presenti naturalmente nei semi del cacao, mentre la maggioranza degli altri cioccolati contengono burro di cacao aggiunto nel processo di lavorazione.
Ha ottenuto a maggio il riconoscimento come IGP (Indicazione Geografica Protetta), grazie anche al lavoro del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica, nato nel 2003, che raggruppa venti produttori della città.
Oggi il Cioccolato di Modica è conosciuto in tutto il mondo e deve la sua popolarità all’intuizione e all’intraprendenza di alcuni artigiani e imprenditori siciliani, che iniziarono a produrre il Cioccolato di Modica agli inizi degli anni ’90.
Ecco le 5 curiosità che forse sapevi o forse no
1 – Una ricetta di origine Azteca
Si racconta che la ricetta del Cioccolato di Modica si rifarebbe a un’antica ricetta portata in Sicilia nel XVI secolo dagli Spagnoli, appresa dagli antichi Aztechi (grande civiltà precolombiana, sviluppatasi nell’attuale Messico dal secolo XIV al XVI), abbandonata nel corso dei secoli e riportata agli antichi splendori solo ai giorni nostri. Rispetto alla ricetta azteca, i modicani aggiunsero lo zucchero e le spezie, in particolare vaniglia e cannella, senza inserire lecitine varie e grassi vegetali. Questo cioccolato è realizzato ancora oggi con lo stesso procedimento, cioè senza il concaggio (termine che deriva dalla forma a conchiglia, conca, delle prime macchine usate nella fase finale di produzione del cioccolato, quella che rende l’impasto fluido e omogeneo) procedimento comune a tutti i cioccolati del mondo.
2 – Una tradizione legata ai Grimaldi del Principato di Monaco
Le carte dell’archivio dei Grimaldi, famiglia regnante del Principato di Monaco, insediatisi a Modica nel XVI secolo, danno molte notizie certe sul cioccolato modicano e dimostrano il suo antico legame con il territorio. I documenti indicano il 1747 come data precisa di nascita. Grazie all’archivio si sa che anche a quel tempo c’erano già gusti diversi da quelli tradizionali alla cannella, vaniglia e peperoncino. I cioccolatieri modicani ripetevano gestualità e modalità di lavorazione ereditata dagli Aztechi grazie agli spagnoli.
3 – La lavorazione a freddo il suo segreto
La semplicità è la caratteristica principale: ingredienti naturali e poco lavorati. Per la produzione del Cioccolato di Modica vengono tostati e macinati semi di cacao. Nella lavorazione a freddo, l’impasto ottenuto non passa attraverso la fase del concaggio: la massa viene, infatti, lavorata a 40° con aggiunta di zucchero semolato. Lo zucchero, così, non si scioglie e non si amalgama e dà al cioccolato modicano il caratteristico aspetto “ruvido” dalla consistenza granulosa. Il composto viene poi versato negli appositi stampi di latta (in dialetto Ianni) che vengono sbattuti per far uscire le bolle d’aria e per renderlo omogeneo. Fino agli anni ’50, i semi di cacao venivano lavorati su uno spianatoio di pietra lavica a forma di mezzaluna e poi venivano amalgamati con il pistuni, un mattarello cilindrico di pietra di diverso spessore in base alle varie fasi di lavorazione. La tavoletta ha un colore marrone non uniforme e l’aroma è quello del cacao tostato.
4 – Vomito di balena e ghiandola di cervo muschiato nella versione afrodisiaca
Nel 1753, secondo quanto riportato da alcuni documenti, erano prodotti cioccolati all’ambra grigia e al muschio bianco da non confondere con il minerale e il famoso aromatizzante sintetico usato in profumeria. L’ambra grigia era “vomito di balena cristallizzato”, un prodotto animale che si deposita periodicamente sulle spiagge e che oggi è utilizzato solo in profumeria, in casi rarissimi. Il muschio bianco utilizzato era “la ghiandola del cervo muschiato“, un esemplare quasi totalmente estinto. Queste ghiandole sono espulse dal cervo maschio per delimitare il territorio, oppure per richiamare la femmina nella stagione dell’amore. Secondo alcuni studi potrebbe essere stata la variante orientale del peperoncino, un afrodisiaco naturale, anche nella quantità di pochi milligrammi.
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5 – Lo riconosci subito dalle dimensioni della tavoletta
Dagli stampi metallici esce ancora, da centinaia di anni, sempre la stessa squisita tavoletta. Da sempre a Modica si produce cioccolato aromatizzato con cannella, vaniglia e, da alcuni anni, vi è stata la riscoperta dell’aromatizzazione al peperoncino. Le misure della barretta di Cioccolato Modicano devono essere standard (lunghezza 13 cm, larghezza 4,5 cm, altezza 1,2 cm). Anche il peso è fisso, 100 grammi all’origine, avvolta in carta oleata. Oggi i laboratori artigiani producono cioccolato anche con altri gusti: caffè, arancia, limone, anice, carruba, agrumi misti e naturale.
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Il consiglio è di consumare il Cioccolato di Modica così com’è, per sentire pienamente il sapore del cacao e dei granelli di zucchero. Accompagnato da un buon distillato e, per chi fuma, da un sigaro toscano. Può comunque essere sciolto nel latte caldo o utilizzato per fare una mousse e squisiti dolci al cioccolato.
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